DATA HUB - Analisi andamento mercato immobiliare 2023 e outlook 2024
I modelli degli analisti si aspettavano ripercus sioni negative sull’occupazione già a settembre 2023. Tuttavia, i dati sull’occupazione di settembre 2023 hanno segnalato un mercato del lavoro re lativamente forte. Inizialmente la preoccupazione è stata quella di un proseguimento della strate gia di aumento dei tassi, basata sulla convinzione che un mercato del lavoro forte avrebbe contribu ito ad ulteriori aumenti dell’inflazione. Nell’ulti mo trimestre, invece, Le Banche Centrali hanno deciso di non continuare ad aumentare i tassi di interesse, ponendosi invece in attesa di osservare gli effetti sull’economia delle contromisure adot tate. E’ infatti necessario un tempo tecnico, per ché le contromisure producano degli effetti reali. Analizzando i dati storici, si osservano le prime conseguenze sull’occupazione dopo circa 12 mesi dall’aumento dei tassi, e sull’inflazione dopo altri 12 mesi. La fine dell’aumento dei tassi, combinato ad una diminuzione sopra le attese dell’inflazione e ad una crescita del PIL, ha generato ottimismo nell’ultima parte dell’anno. In particolare, alcuni analisti a dicembre 2023 avevano avanzato l’ipote si di un taglio dei tassi già a marzo 2024, con una ripresa e una crescita dell’economia nel 2024. L’o pinione generalmente diffusa era che le Banche Centrali fossero riuscite a riportare sotto controllo l’inflazione, senza compromettere eccessivamen te il mercato del lavoro e la crescita economica. Il Centro Studi RE/MAX Italia, si era mantenu to invece prudente, ipotizzando uno scenario di lateralità e un possibile iniziale taglio dei tassi a giugno 2024, nel caso in cui avessero continuato a registrarsi dati favorevoli sul fronte dell’infla zione. L’attesa era quella di un taglio dei tassi nel 2024 pari a circa un punto percentuale: un inizio modesto a giugno (-0,25%), che avrebbe potuto proseguire con un ulteriore -0,50% a settembre e un altro -0,25% prima della fine dell’anno. Nel caso in cui i dati dovessero confermarsi positivi, il taglio dei tassi potrebbe continuare con modalità simili anche nel 2025, riducendo il tasso di riferi mento di circa un altro punto percentuale e por tandolo intorno al 2,50%. In questo scenario, nel 2024 potrebbe registrarsi una crescita economica contenuta, intorno allo 0,6%. Si parlerebbe quindi di rallentamento, ma non di recessione, contraria mente alle ipotesi proposte dai modelli di analisi fino al primo semestre del 2023. Nel caso in cui i dati non dovessero confermare le attese, il taglio dei tassi potrebbe subire qualche rallentamento. Le Banche Centrali al momento non hanno un programma definito sul taglio dei tassi di inte
resse. I modelli di analisi non hanno funzionato come ci si aspettava e que sto ha portato a maggiore prudenza. Prevale un approccio “wait and see”: attesa, rispetto ai tempi tecnici di tra smissione delle contromisure, e mo nitoraggio dei dati, sulla base dei quali verranno stabilite le azioni successive. Pesa la difficoltà nel fare previsioni in questo particolare tipo di contesto. I dati macroeconomici restituiscono valori migliorativi rispetto alle attese, ma lo scenario globale presenta ten sioni geopolitiche diffuse. A questo si aggiunge la mancata capacità dei mo delli previsionali di anticipare corret tamente le conseguenze dell’aumen to dei tassi. Dal momento che per le Banche Centrali è meno costosa una eccessiva correzione dell’inflazione, rispetto alla prospettiva di una infla zione che si mantenga su alti livelli, è presumibile aspettarsi un corso di azioni molto più conservativo rispetto ad investitori e analisti. Questo disal lineamento interpretativo aprirebbe appunto ad una fase di mercato in cui gli investitori, nella speranza di antici pare il mercato, tenderanno a reagire in modo eccessivo alle notizie e alla diffusione dei dati, con conseguenti false ripartenze e successive corre zioni. Sullo sfondo le Banche Centrali, che al contrario preferiscono “arriva re in ritardo”, dal momento che il ri tardo in questo momento garantisce maggiori conferme rispetto ad una gestione soddisfacente del problema dell’inflazione. I settori più influenzati da queste dinamiche saranno quelli più sensibili alla variazione dei tassi di interesse. In particolare l’immobi liare, in cui le aspettative su possibili variazioni dei tassi hanno un peso si gnificativo sull’equilibrio fra doman da e offerta. Per questo motivo, se i dati macroeconomici non dovessero confermare le aspettative, potrebbe generarsi una certa volatilità in que sti settori. Nell’immobiliare questo avrebbe delle conseguenze sul nu mero di transazioni, nonché sui prez zi, sui tempi di vendita e sugli sconti richiesti.
Dal momento che le Banche Centrali si pongo no nella prospettiva di contenere le dinamiche speculative, ci si aspetta che le azioni correttive continuino ad essere graduali, nel contesto di un’informazione chiara e ben coordinata a livello internazionale. In questo senso c’è un’attenzione particolare anche ai dati relativi all’occupazione negli Stati Uniti. Si ricorda infatti che in questa fase, un mercato del lavoro forte rischia di con tribuire ad ulteriori aumenti dei prezzi e quindi ad una crescita dell’inflazione, che invece si vuole correggere. I mercati erano in forte attesa del dato rilasciato venerdì 5 aprile dal US Bureau of Labor Statistics sui Non-Farm Payroll, ovvero la varia zione del numero di persone impiegate a marzo negli Stati Uniti, escludendo il settore agricolo. Il gruppo di economisti intervistati da Reuters ave va una previsione media pari a +200 mila unità, in un range fra +150 mila e +250 mila. Il dato ha generato un effetto sorpresa, con +303 mila unità. Reazione immediata sui mercati, con un rialzo dei principali indici di borsa, del rendimento degli US Treasury a 10 anni e una rivalutazione del dolla ro. Questi primi segnali sembrano suggerire una minore fiducia rispetto al taglio dei tassi atteso a giugno. Il Centro Studi RE/MAX Italia preferisce Inflazione Nel 2023 continua la decrescita dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (HICP Italia). Secondo i dati rilevati nei primi mesi del 2024, l’Italia è fra i paesi con la minore crescita dell’inflazione in Europa, in larga parte a causa della crescita contenuta dei salari. Il dato va anche contestualizzato e letto in relazione all’aumento già registrato nell’anno precedente. Nel 2022 l’Italia aveva osservato una delle più alte crescite dell’inflazione, con un’economia fortemente dipendente dalle importazioni per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Il calo del prezzo del gas naturale ha contribuito ad uno scenario più favorevole per il nostro paese.
però contestualizzare il dato dei Non Farm Payroll, mettendolo in relazione non tanto alle previsioni degli analisti, quanto ai valori attuali registrati nel primo trimestre degli ultimi anni. Si osserva infatti che il primo trimestre 2022 riportava 1,6 milioni di unità. Il primo trimestre del 2023 era in ral lentamento, a 915 mila unità. E que sto rallentamento sta continuando nel primo trimestre del 2024, con 829 mila unità. Questi dati lasciano intuire che il mercato del lavoro americano si stia gradualmente riequilibrando, con tempi probabilmente più lunghi rispetto alle attese di analisti e inve stitori. Questa riflessione sui Non Farm Payrolls viene condivisa come esempio del tipo di mercato atteso per i prossimi mesi: una fase con cambiamenti lenti e graduali, molto condizionata da una certa impazien za, per quanto riguarda i flussi di noti zie, le aspettative, le false ripartenze, le reazioni eccessive e le conseguenti correzioni.
Inflazione al 28.03.2023
DATA HUB
Analisi andamento mercato immobiliare 2023 e outlook 2024
8
9
Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online