Real Estate DATA HUB | Analisi andamento mercato immobiliare 1° semestre 2023

che posseggano certificazione di sostenbilità (es. LEED, BREEAM, WELL) e che rispondano ai più ampi criteri ESG . Questi ultimi spingono gli operatori del mercato immobiliare ad un focus sulle prestazioni degli edifici unitamente ad un’attenzione alla governance e alla relazione con gli stakeholders. Dal confronto con il mercato si è potuta osservare, già nel corso del 2022, una differenziazione tra immobili certificati e non certificati in termini di canoni di locazione e interesse da parte degli investitori. L’attestazione delle performance degli edifici impatta sulla commerciabilità degli immobili, insieme a location e qualità dell’immobile, incrementando il gap rispetto agli asset prime. Nel panorama italiano, Milano e Roma si confermano realtà trainanti nel settore direzionale, con proiezioni molto positive in termini di attrattività per i lavoratori. Si prevede una lenta crescita degli investimenti per i restanti mesi del 2023, che saranno ancora caratterizzati da un considerevole impatto dell’inflazione e dei tassi di interesse, nonché quello delle condizioni geopolitiche globali. L’attenzione degli investitori sarà rivolta al costo del capitale ma anche alla ricerca di spazi che rispondano ai criteri di sostenibilità ed efficienza promuovendo un possibile e ulteriore aumento dei canoni di locazione.

non desta tuttavia preoccupazione a fronte di una domanda che rimane comunque forte. Diversa, invece, la situazione per Roma dove un accordo di pre-letting di uffici nella zona E.U.R. ha inciso positivamente incrementando i livelli di assorbimento dell’80% rispetto al primo semestre del 2022. In generale, si osserva una scarsità di prodotto di qualità sul mercato, specialmente di grado A : tale fattore favorisce accordi di pre-let per immobili in via di realizzazione o per edifici di pregio in corso di ristrutturazione e l’incremento dei canoni specie nelle zone centrali. In caso di location secondarie, oltre alle caratteristiche intrinseche degli asset, è crescente l’attenzione verso collegamenti infrastrutturali che agevolino gli spostamenti degli utilizzatori finali. Dal punto di vista degli investimenti , si è registrata una diminuzione delle acquisizioni, dato che non pare essere preoccupante a fronte di un buon assorbimento degli spazi e di un consolidato interesse da parte delle aziende all’uso degli spazi ufficio. Più robusto il segmento core , in particolare in caso di asset oggetto di precedenti operazioni di ristrutturazione, si registra una maggiore avversione verso le soluzioni value added maggiormente interessate dalle variazioni dei costi di costruzione. Nei prossimi mesi, se si verificherà l’attesa riduzione dei costi, il trend potrà essere invertito: le operazioni value-added appariranno di nuovo appetibili agli occhi degli investitori grazie alla capacità di coprire con i propri rendimenti l’inflazione (ancora elavata) e il costo del capitale (che intanto, presumibilmente, avrà almeno smesso di aumentare). Come già riscontrato nel corso del 2022, anche il 2023 segna una affermata necessità della presenza del personale all’interno degli uffici. I tenant pongono una crescente attenzione alla qualità degli spazi al fine di garantire un elevato grado di standard per i dipendenti, nonché per favorire un controllo dei consumi energetici e delle performance degli edifici. A tali necessità si affianca anche la richiesta di spazi in zone centrali o semi-centrali, in cui l’impatto di canoni maggiori è mitigato dalla richiesta di dimensioni più ridotte rispetto al passato. In tale ottica gli investitori prediligono soluzioni nuove o edifici in corso di ristrutturazione situati in location prime

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