DATA HUB - Analisi andamento mercato immobiliare 2023 e outlook 2024
forza i requisiti patrimoniali, richie dendo alle banche di avere un capitale pari almeno all’8% delle loro attività, valutate in base ai rischi. Inoltre, le banche devono costituire riserve di liquidità per far fronte alle esigenze a breve termine, e sono imposti limi ti al finanziamento tramite debito per ridurre il rischio (riduzione della leva finanziaria). Il secondo strumento è la direttiva CRD VI (Capital Requirement Directive), che accompagna il CRR e stabilisce regole simili per le impre se di investimento e gli enti creditizi, garantendo che anche essi abbiano adeguate risorse patrimoniali. A livello istituzionale, vi è una spinta verso una maggiore prudenza, che costituisce un ulteriore ostacolo per coloro che cercano di acquistare una casa attraverso un mutuo. In un con testo di aumento dei prezzi immobi liari e degli affitti, gli acquirenti vedo no erodersi i loro risparmi e la loro capacità di accesso al credito diminu isce gradualmente. Di conseguenza, il Centro Studi 24MAX non prevede significativi aumenti dei prezzi im mobiliari nel 2024. I dati preliminari del primo trimestre 2024 suggerisco no che il mercato dei mutui rimarrà complessivamente resiliente. Le pro spettive sono positive per le banche italiane, che dovrebbero registrare un utile superiore ai 43 miliardi di euro nel 2023, quasi il doppio rispet to al 2022. Le previsioni per il 2024 indicano un ulteriore lieve aumento, principalmente dovuto agli interessi sui prestiti erogati a imprese e fami glie. La solidità dei bilanci garantisce le risorse necessarie per affrontare eventuali rallentamenti nella seconda metà dell’anno.
1.3
1.4
ANDAMENTO MUTUI
EPBD: DIRETTIVA E STATO DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE
Quadro normativo
Come riportato dalla Commissione Europea, gli edifici sono responsabili per il 40% dei consumi finali di energia e per il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia e hanno, quindi, un ruolo cruciale per il raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici prefissati per il 2030 (riduzione delle emissioni del 55% rispetto al 1990) e il 2050 (zero emissioni nette) a livello europeo. In tale ottica, l’intervento normativo principale che riguarda il settore immobiliare è la Energy Performance of Buildings Directive (EU/31/2010), che è stata rivista più volte nel corso degli anni e di recente, in un lungo processo di revisione partito nel 2023 e appena conclusosi. La prima versione della normativa è stata emanata nel 2002 (Direttiva 2002/91/UE, EPBD) 1 e principalmente richiedeva agli Stati Membri di rafforzare i regolamenti edilizi e di introdurre la certificazione energetica degli edifici. Questa è
stata seguita dalla EPBD II (Direttiva 2010/31/UE), una revisione che ha introdotto una metodologia per il calcolo della prestazione energetica degli edifici tenendo conto di una serie di caratteristiche dell’immobile e che ha stabilito che a partire dal 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione dovessero essere a emissioni quasi zero (NZEB). Nel 2018 è arrivata la terza versione della EPBD (Direttiva 2018/844/UE), con cui sono stati posti gli obiettivi di accelerare la ristrutturazione degli edifici esistenti, promuovere l’uso delle tecnologie per rendere gli edifici più efficienti, incentivare l’integrazione delle strutture di ricarica elettrica all’interno degli stessi.
Nel 2024, l’attenzione principale dell’Autorità Ban caria Europea è focalizzata sull’attuazione del pacchetto bancario dell’Unione Europea e sulla supervisione della sostenibilità e stabilità del si stema finanziario. Questo scenario è caratterizza to da un rapido aumento dei tassi di interesse e da standard più rigidi per l’accesso al credito. Tale cautela è necessaria per prevenire una possibile restrizione del credito, soprattutto considerando le tensioni politiche globali in corso. Il pacchetto bancario dell’UE è costituito da due strumenti normativi volti a rafforzare e rendere più resilienti le banche europee, garantendo così la stabilità finanziaria dell’Unione. Il primo strumen to, il regolamento CRR III (Capital Requirement Regulation), si concentra sui requisiti patrimoniali delle banche nell’UE, imponendo loro di mante nere un livello adeguato di capitale per assorbire eventuali perdite. Attualmente, tale normativa raf
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